Di tanto in tanto potrà farvi piacere fare un pasto in silenzio a casa vostra, con la famiglia o con gli amici. Mangiare insieme è una vera e propria meditazione con la quale si può entrare in contatto profondo con il cibo e con le persone che sono a tavola con noi. Possiamo già iniziare a praticare mentre ci serviamo. Mettendoci il cibo nel piatto siamo consapevoli che vi sono radunati molti elementi: la pioggia, il sole, la terra, l’aria e l’amore. Attraverso il cibo vediamo come l’intero universo stia sostenendo la nostra esistenza. Mangiare in silenzio ci permette di riconoscere la preziosità del cibo e la presenza degli amici che siedono insieme a noi, e anche la stretta connessione che abbiamo con la Terra e con tutte le specie viventi. Ogni boccone di verdura, ogni goccia d’acqua, ogni pezzetto di pane contiene in sé il sole e la vita dell’intero nostro pianeta. A ogni boccone possiamo assaporare il significato e il valore della nostra vita. Possiamo meditare sulle piante e gli animali, sul lavoro degli agricoltori, sulle molte migliaia di bambini che ogni giorno muoiono di denutrizione. Seduti a tavola, in silenzio, insieme agli altri, abbiamo anche l’opportunità di riconoscere con chiarezza e in profondità la loro presenza e di comunicare loro, con un sorriso, amicizia e affetto autentici. La prima volta che mangiamo in silenzio potremo sentirci a disagio ma, una volta abituati, mangiare i pasti in silenzio ci darà molta pace, gioia e visione profonda. Quando il cibo è in tavola e ciascuno è seduto, pratichiamo con il respiro: “Inspirando, calmo il corpo. Espirando, sorrido”, per tre volte. Dopo questi tre respiri, possiamo ritrovare completamente noi stessi. Poi, guardiamo ogni persona, mentre inspiriamo ed espiriamo per essere in contatto con noi stessi e con chi è a tavola. Dopo aver respirato, sorridiamo. Seduti a tavola con gli altri, abbiamo la possibilità di offrire un autentico sorriso di amicizia e comprensione. Dopo aver respirato e sorriso, abbassiamo lo sguardo sul cibo, in modo da permettergli di diventare reale. Questo cibo rivela la nostra connessione con la terra. Ogni boccone contiene la vita del sole e della terra. L’ampiezza con cui il cibo si rivela dipende da noi. In un pezzo di pane possiamo vedere e gustare l’intero universo! Contemplare il cibo per pochi secondi prima di mangiarlo, e mangiarlo con consapevolezza, può procurarci molta felicità. Mangiamo lentamente, provando a masticare ogni boccone almeno trenta volte, finché il cibo non diventa liquido. Questo è di grande aiuto per la digestione. Godiamo di ogni boccone e della presenza dei fratelli e delle sorelle attorno a noi. Restiamo ancorati al momento presente e mangiamo in modo tale da permettere a stabilità, gioia e pace di accompagnarci per tutto il pasto. Mangiato in silenzio e in presenza mentale, il cibo diviene qualcosa di reale, da cui trarre consapevolmente nutrimento. Dopo la fine del pasto prendiamoci qualche momento per essere consapevoli di aver finito, che il nostro piatto è vuoto e la fame soddisfatta. Sentiamo con gratitudine quanto siamo fortunati ad avere cibo nutriente da mangiare, che ci sostiene sul sentiero della comprensione e dell’amore. Durante i pasti, per aiutare la consapevolezza sarebbe meglio mangiare in silenzio di tanto in tanto. È come spegnere il televisore prima di mangiare. “Spegniamo” il discorso per gustare i cibo e la presenza di ciascuno. Non raccomando di mangiare in silenzio tutti i giorni. Penso che parlarsi sia un modo meraviglioso per essere in contatto. Ma bisogna distinguere tra i vari tipi di discorso. Alcuni argomenti possono creare divisioni, per esempio se parliamo dei difetti degli altri. Il cibo preparato con cura non avrà valore, se permettiamo che questi discorsi dominino il pasto. Quando invece parliamo di cose che nutrono la consapevolezza del cibo e del nostro essere insieme, coltiviamo la felicità necessaria per crescere. Se mettiamo a confronto questa esperienza con quella in cui parliamo dei difetti degli altri credo che la consapevolezza di un boccone di pane sia molto più nutriente. Porta la vita dentro di noi e la fa essere reale. Propongo di non discutere, durante il pranzo, di argomenti che rovinano la consapevolezza della famiglia e del cibo. Sentitevi liberi, invece, di dire cose che nutrono la consapevolezza e la felicità. Se, per esempio, c’è un piatto che vi piace molto, guardate se anche gli altri lo stanno gustando e, se c’è qualcuno che non lo fa, aiutatelo ad apprezzare quel meraviglioso piatto preparato con cura amorevole. Se c’è chi pensa a qualcos’altro invece che al cibo in tavola, ad esempio alle sue difficoltà in ufficio o con gli amici, significa che sta perdendo il momento presente e il cibo. Potreste dire: “Questo piatto è ottimo, non credi?”. Dicendo qualcosa di simile, lo distoglierete da pensieri e preoccupazioni e lo riporterete al qui e ora, per godere di voi, per godere del piatto così buono. Diventate un bodhisattva, che aiuta gli esseri viventi a risvegliarsi. So che i bambini sono particolarmente bravi a praticare la consapevolezza e a ricordare agli altri di fare lo stesso.
Mangiare non è solo un modo per nutrire il nostro corpo, ma anche la nostra mente. Perciò il pasto – qualsiasi pasto nel corso della giornata – deve essere un momento di felicità, reso possibile dalla scelta di alimenti salutari e da una preparazione accurata. Quando prepariamo il cibo, dobbiamo farlo con arte, in modo tale che la gente lo possa gustare col corpo e con la mente, allo stesso modo in cui si gusta un’opera d’arte. La stessa cosa vale per quando siamo seduti, per quando camminiamo, così come per quando mangiamo. Ogni cosa deve essere un’opera d’arte. Mangiando, dobbiamo essere presenti: presenti per noi stessi, presenti per il cibo, presenti per la gente attorno a noi. Dobbiamo essere determinati a mangiare in modo tale da sentirci molto rilassati. L’essere rilassati è una condizione su cui il maestro ritorna più volte. È la condizione indispensabile per entrare in contatto con la gioia e la felicità del momento presente. Inoltre, se mentre mangi la tua mente è occupata da preoccupazioni, ansie o progetti, o è comunque altrove, il cibo che ti appresti a mangiare è vuoto, privo di sostanza. Se invece mangiare diventa per te un momento di pratica, se riesci a lasciare andare l’ansia e le preoccupazioni, e a guardare in profondità alla cura e all’amore che c’è dietro al cibo, il tuo pasto si trasforma in un momento di relax, e puoi vedere la “fratellanza” che c’è attorno alla tavola.