Discorso sulla Piena Consapevolezza del Respiro

I.

Ho udito queste parole del Buddha una volta che dimorava a Sàvatthi, nel Parco Orientale, con molti discepoli conosciuti ed esperti, tra i qua­li Sariputta, Mahamoggallàna, Mahakàssapa, Mahakacciàyana, Mahakòtthita, Mahakàppina, Mahaciunda, Anuruddha, Révata e Ananda. I monaci anziani della comunità istruivano diligentemente i più inesper­ti: alcuni istruivano dieci studenti, altri venti o trenta, altri ancora qua­ranta. Così i monaci che erano nuovi alla pratica pian piano facevano grandi progressi.

Quella notte la luna era piena e si teneva la Cerimonia di Pavarana, che segna la fine del ritiro della stagione delle piogge. Il Signore Bud­dha, il Risvegliato, sedeva all'aperto e i suoi discepoli erano riuniti in­torno a lui. Dopo aver abbracciato con lo sguardo l'assemblea, comin­ciò a parlare: "Monaci, sono lieto di constatare che la vostra pratica ha dato buoni frutti. So che potete fare progressi anche maggiori: ciò che non avete ancora raggiunto, potrete raggiungerlo; ciò che non avete an­cora realizzato, potrete realizzarlo perfettamente. [Per incoraggiare i vo­stri sforzi] rimarrò qui fino al prossimo giorno di luna piena". Quando udirono che il Signore Buddha sarebbe rimasto a Sàvatthi per un altro mese, i monaci di tutta la regione cominciarono a mettersi in viaggio per recarsi a studiare da lui. I monaci più anziani continuarono, con ze­lo sempre maggiore, a insegnare ai monaci nuovi della pratica: chi ne istruiva dieci, chi venti, chi trenta e chi quaranta. Con questo aiuto, i monaci ordinati più di recente furono in grado, a poco a poco, di pro­gredire sempre più nella comprensione.

Arrivato il successivo giorno di luna piena, il Buddha sedette all'aperto, abbracciò con lo sguardo l'assemblea dei monaci e comin­ciò a parlare:

"Monaci, la nostra comunità è pura e buona. È sostanzialmente esente da chiacchiere inutili e millanterie, perciò merita di ricevere of­ferte e di essere considerata un campo di meriti. Una comunità come questa è rara; qualsiasi pellegrino la cerchi, per quanto a lungo debba viaggiare, la troverà degna.

Monaci, alcuni di voi hanno già realizzato il frutto della condizione di Arhat, hanno già distrutto ogni radice dell'afflizione, messo da par­te ogni fardello e ottenuto la retta comprensione ed emancipazione. Ci sono anche monaci che hanno già trasformato le prime cinque forma­zioni interne e realizzato il frutto del non ritorno nel ciclo di nascita e morte. [Fra di voi] ci sono coloro che si sono liberati dalle prime tre for­mazioni interne e hanno realizzato il frutto del ritornare una sola vol­ta: hanno estirpato le radici dell'avidità, dell'odio e dell'ignoranza e do­vranno ritornare una sola volta nel ciclo di nascita e morte. Ci sono co­loro che si sono liberati dalle tre formazioni interne e hanno raggiunto il frutto dell'entrata nella corrente, dirigendosi con passo sicuro verso il Risveglio. Ci sono coloro che praticano i Quattro Fondamenti della Presenza Mentale. Ci sono coloro che praticano i Quattro Retti Sfor­zi e quelli che praticano le Quattro Basi del Successo. Ci sono coloro che praticano le Cinque Facoltà, quelli che praticano i Cinque Poteri, quelli che praticano i Sette Fattori di Risveglio e quelli che praticano il Nobile Ottuplice Sentiero. Ci sono coloro che praticano la gentilezza amorevole, coloro che praticano la compassione, coloro che praticano la gioia e coloro che praticano l'equanimità. Ci sono coloro che prati­cano le Nove Contemplazioni, e coloro che praticano l'Osservazione dell'Impermanenza. Ci sono anche monaci che già praticano la Piena Consapevolezza del Respiro.

 

II.

Monaci, la Piena Consapevolezza del Respiro, se sviluppata e praticata con continuità, darà frutti e porterà grandi benefici. Condurrà al suc­cesso nella pratica dei Quattro Fondamenti della Presenza Mentale. Se il metodo dei Quattro Fondamenti della Presenza Mentale sarà svilup­pato e praticato con continuità, condurrà al successo nella pratica dei Sette Fattori di Risveglio. I Sette Fattori di Risveglio, se praticati e svi­luppati con continuità, faranno sorgere la comprensione e la liberazio­ne della mente.

Qual’è il modo per sviluppare e praticare con continuità il metodo della piena consapevolezza del respiro, così che la pratica dia frutti e of­fra grandi benefici?

È questo, monaci: il praticante si reca nella foresta o ai piedi di un albero o in un qualsiasi luogo deserto, siede stabilmente nella posizione del loto, mantenendo il busto eretto, e pratica così: 'Inspirando, so che sto inspirando. Espirando, so che sto espirando.'

• 'Inspirando un respiro lungo, so che sto inspirando un respiro lun­go. Espirando un respiro lungo, so che sto espirando un respiro lungo.'

• 'Inspirando un respiro breve, so che sto inspirando un respiro breve. Espirando un respiro breve, so che sto espirando un respiro breve.'

• 'Inspirando sono consapevole di tutto il corpo. Espirando sono con­sapevole di tutto il corpo.' Così pratica.

• 'Inspirando calmo l'intero corpo. Espirando calmo l'intero corpo.' Così pratica.

• 'Inspirando provo gioia. Espirando provo gioia.' Così pratica.

• 'Inspirando mi sento felice. Espirando mi sento felice.' Così pratica.

• 'Inspirando sono consapevole delle formazioni mentali. Espirando sono consapevole delle formazioni mentali.' Così pratica.

• 'Inspirando calmo le formazioni mentali. Espirando calmo le for­mazioni mentali.' Così pratica.

• 'Inspirando sono consapevole della mente. Espirando sono consape­vole della mente.' Così pratica.

• 'Inspirando rendo felice la mente. Espirando rendo felice la mente.' Così pratica.

• 'Inspirando concentro la mente. Espirando concentro la mente.' Così pratica.

• 'Inspirando libero la mente. Espirando libero la mente.' Così pratica.

• 'Inspirando contemplo la natura impermanente di tutti i fenomeni. Espirando contemplo la natura impermanente di tutti i fenomeni.' Così pratica.

• 'Inspirando contemplo l'estinzione del desiderio. Espirando con­templo l'estinzione del desiderio.' Così pratica.

• 'Inspirando contemplo la natura di non nascita e non morte di tut­ti i fenomeni. Espirando contemplo la natura di non nascita e non morte di tutti i fenomeni.' Così pratica.

• 'Inspirando contemplo il lasciar andare. Espirando contemplo il la­sciar andare.' Così pratica.

La piena consapevolezza del respiro, se sviluppata e praticata con con­tinuità seguendo questi insegnamenti, darà frutti e sarà di grande be­neficio.

 

III.

In che modo si sviluppa e si pratica con continuità la piena consapevo­lezza del respiro per riuscire nella pratica dei Quattro Fondamenti della Presenza Mentale?

Quando il praticante inspira o espira un respiro lungo o breve, con­sapevole del respiro o dell'intero corpo, oppure consapevole di calma­re e pacificare l'intero corpo, egli dimora in pace nella contemplazione del corpo nel corpo, perseverante, pienamente sveglio, comprendendo chiaramente il suo stato, avendo superato ogni attaccamento e avver­sione per questa vita. Questi esercizi di respiro in piena consapevolezza appartengono al primo fondamento della presenza mentale, il corpo.

Quando il praticante inspira o espira consapevole della gioia o del­la felicità, inspira o espira consapevole delle formazioni mentali o per pacificare le formazioni mentali, egli dimora in pace nell'osservazio­ne delle sensazioni nelle sensazioni, perseverante, pienamente sveglio, comprendendo chiaramente il suo stato, avendo superato ogni attacca­mento e avversione per questa vita. Questi esercizi di respiro in piena consapevolezza appartengono al secondo fondamento della presenza mentale, le sensazioni.

Quando il praticante inspira o espira consapevole della mente, o per rendere felice la mente, per raccoglierla in concentrazione o liberarla e af­francarla, egli dimora in pace nell'osservazione della mente nella mente, perseverante, pienamente sveglio, comprendendo chiaramente il suo sta­to, avendo superato ogni attaccamento e avversione per questa vita. Que­sti esercizi di respiro in piena consapevolezza appartengono al terzo fonda­mento della presenza mentale, la mente. Senza la piena consapevolezza del respiro non si può sviluppare la stabilità meditativa e la comprensione.

Quando il praticante inspira o espira e contempla l'intrinseca imper­manenza di tutti i fenomeni o l'intrinseca scomparsa del desiderio, op­pure la natura di non nascita e non morte di tutti i fenomeni e il lasciar andare, egli dimora in pace nell'osservazione degli oggetti mentali negli oggetti mentali, perseverante, pienamente sveglio, comprendendo chia­ramente il suo stato, avendo superato ogni attaccamento e avversione per questa vita. Questi esercizi di respiro in piena consapevolezza apparten­gono al quarto fondamento della presenza mentale, gli oggetti mentali.

La pratica della piena consapevolezza del respiro, se esercitata e svi­luppata con continuità, porterà alla perfetta realizzazione dei Quattro Fondamenti della Presenza Mentale.

 

IV.

Inoltre, se sviluppati e praticati con continuità, i Quattro Fondamenti della Presenza Mentale condurranno a dimorare perfettamente nei Set­te Fattori di Risveglio. In che modo?

Quando il praticante sa mantenere, senza distrazioni, la pratica dell'osservare il corpo nel corpo, le sensazioni nelle sensazioni, la men­te nella mente, gli oggetti mentali negli oggetti mentali, perseverante, pienamente sveglio, comprendendo chiaramente il suo stato, avendo superato ogni attaccamento e avversione per questa vita, con irremovi­bile, risoluta e imperturbabile stabilità di meditazione, raggiunge il pri­mo fattore di risveglio, cioè la presenza mentale. Egli lo sviluppa, fino a che non raggiunge la perfezione.

Quando il praticante riesce a prendere dimora nella stabilità della meditazione senza lasciarsi distrarre, ed è capace di prendere in esame ogni fenomeno, ogni oggetto mentale che sorge, allora in lui nasce e cresce il secondo fattore di risveglio, l'investigazione dei fenomeni. Egli lo sviluppa, fino a che non raggiunge la perfezione.

Quando il praticante riesce a osservare e a esaminare ogni fenome­no, ogni oggetto mentale, a lungo, con costanza, perseveranza e stabi­lità, senza lasciarsi distrarre, in lui nasce e cresce il terzo fattore di risve­glio, l'energia. Egli lo sviluppa, fino che non raggiunge la perfezione.

Quando il praticante arriva a dimorare in modo stabile e imperturba­bile nella corrente della pratica, in lui nasce e cresce il quarto fattore di ri­sveglio, la gioia. Egli lo sviluppa, fino a che non raggiunge la perfezione.

Quando il praticante sa dimorare senza distrazioni in uno stato di gioia, sente il corpo e la mente leggeri e in pace. A quel punto, in lui na­sce e cresce il quinto fattore di risveglio, l'agio. Egli lo sviluppa, fino a che non raggiunge la perfezione.

Quando sia il corpo che la mente sono a proprio agio, il praticante può entrare facilmente nella concentrazione. A quel punto, in lui nasce e cresce il sesto fattore di risveglio, la concentrazione. Egli lo sviluppa, fino a che non raggiunge la perfezione.

Quando il praticante dimora nella concentrazione, in una calma profonda, smette di discriminare e paragonare. A quel punto in lui si libera, nasce e cresce il settimo fattore di risveglio, il lasciar andare. Egli lo sviluppa, fino a che non raggiunge la perfezione.

Così, i Quattro Fondamenti della Presenza Mentale, se sviluppati e praticati con continuità, condurranno a dimorare perfettamente nei Sette Fattori di Risveglio.

 

V.

In che modo i Sette Fattori di Risveglio, se sviluppati e praticati con continuità, condurranno alla realizzazione perfetta della vera compren­sione e della completa liberazione?

Se il praticante segue il sentiero dei Sette Fattori di Risveglio, vi­vendo in serena solitudine, osservando e contemplando l'estinzione del desiderio, sviluppa la capacità di lasciar andare. Questo è l'esito di ave­re seguito il sentiero dei Sette Fattori di Risveglio e conduce alla realiz­zazione perfetta della vera comprensione e della completa liberazione".

 

VI.

Ciò disse il Signore, il Risvegliato; tutti nell'assemblea provarono grati­tudine e gioia per aver udito i suoi insegnamenti.

Anapanasati Sutta, Majjhima Nikaya 118'

* Commento in: Thich Nhat Hanh, Respira! Sei vivo, Ubaldini, Roma 1994 e II sentiero, Ubal-dini, Roma 2004.

Fonte: Thich Nhat Hanh, IL CANTO DEL CUORE – Edizioni Essere Pace