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Dal sito di Plum Village (www.plumvillage.org)
Cari amici è questo il tempo dell’anno in cui Plum Village chiude completamente per un periodo di dieci ”pigri giorni”. Dopo un meraviglioso, anche se impegnativo periodo, ora è giunto il tempo per i monaci di essere veramente, profondamente, pigri. Alcuni di noi rimarranno qui e cammineranno con calma nei dintorni, o si godranno un ritiro in solitudine. Altri andranno insieme al mare o in montagna per nuotare o passeggiare in un modo molto ”pigro”.
Questo è un articolo di Brother Phap Bieu sulle montagne. Speriamo vi piaccia.
Il Team di Plum Village
Tre poesie di montagna
Spesso diciamo che il Dharma è indescrivibile, e tuttavia trascorriamo molto del nostro tempo provando a comprendere i suoi concetti e le sue parole. Alcune volte è veramente difficile e non riuscendo a cogliere il completo significato degli insegnamenti ci sentiamo frustrati e scoraggiati.
Quel momento di scoraggiamento potrebbe essere l’attimo in cui siamo più vicini alla vera comprensione. Potremmo essere ad appena un sorriso di distanza da ciò che, da tanto tempo, stiamo cercando. Le parole che usiamo per trasmettere gli insegnamenti sono in grado di guidarci verso la giusta direzione, ma se non stiamo attenti diventano molto presto come un impermeabile pesante che ci protegge dall’assorbire gli insegnamenti, dall’essere bagnati dalla pioggia del Dharma.
Forse è questa la ragione per cui gli insegnanti Zen spesso educano i loro studenti attraverso la poesia, piuttosto che attraverso una solida dialettica. Le poesie usano parole per raggiungere qualcosa che sta oltre il linguaggio. Parole e concetti sono destinati a classificare, discriminare, e a racchiudere la realtà in piccole e graziose scatole, per la semplice ragione di fare ordine. Chi medita veramente sa che la realtà non può essere ordinata a nostro piacimento, e che la vera bellezza sta nella naturale e disordinata essenza di ogni cosa. Una buona poesia ci aiuta a rompere le limitazioni del linguaggio, perché non ha bisogno di offrire un senso. Può sembrare illogico, inspiegabile, e tuttavia riesce a darci un assaggio dell’esperienza dell’autore.
L’esperienza è l’essenza di ogni disciplina spirituale, ma non è mai ciò che ci aspettiamo che sia. Spesso è contradditoria e non riesce a essere detta dal linguaggio convenzionale, perciò che senso ha cercare di afferrarla con la ragione? Forse sarebbe meglio essere irrazionali e permettere a noi stessi semplicemente di perdere del tempo insieme, scrivendo e condividendo poesie sulla vita.
Ho l’impressione che una volta lasciato cadere il peso della ragione, nient’altro può legarci alla terra.
Le seguenti tre poesie furono composte da Master Hám Sơn (Zh. Hanshan, 憨山老人, 1546-1623) uno dei monaci più influenti durante la dinastia Ming in Cina: aveva una profonda passione per la poesia e ci ha lasciato centinaia di poesie. Trascorse la sua vita tra la pratica della meditazione profonda, tra remote e innevate montagne, e l’impegno sociale in alcune grandi capitali della Cina. Queste tre poesie dipingono immagini della sua vita come eremita. Io le ho scritte per sfidare me stesso e per impegnarmi in una specie di danza con Master Hám Sơn che mi ha regalato una grande gioia, sebbene i miei passi siano ancora molto impacciati.
平湖冷浸芰荷衣
湖上青山絕是非
塵跡盡消人世遠
白雲鷗鳥總忘機
Ancora Lago, e il freddo impregna la ninfea che abita
sul lago, la montagna è lontana dal giusto e dallo sbagliato
Qui tutte le mie polverose impronte finiscono, lontano dal mondo degli uomini,
nessun senso particolare appare nelle bianche nuvole e nei gabbiani.
La montagna è lontana dal giusto e dallo sbagliato
Ricordo spesso i giorni che ho trascorso con i miei fratelli sui Pirenei, tra bianche nuvole e alte cime. Una volta arrampicato sulla vetta, dove gli alberi non crescono più, ti senti accolto da un ambiente strano e affascinante. Lassù l’aria è pura, e i laghi sono di un blu così profondo che ti chiedi se siano stati riempiti di inchiostro. Le scarpate rocciose sulla cima dei versanti sono coperte da un tipo di erba molto tenace. A un primo sguardo sembra veramente soffice, ma non appena ti siedi senti che penetra attraverso i vestiti e la pelle, facendoti rialzare di scatto. A volte, una nuvola avvolge improvvisamente la montagna e dopo il suo passaggio lascia una miriade di piccole gocce di umidità sull’erba, e quando il sole ritorna ti ritrovi nel picco più alto e prezioso del Sutra del Loto.
L’ambiente è così imponente che quasi ti senti colpevole di avere pace nel tuo cuore. Davanti a un tale spettacolo avrebbe più senso urlare, strapparsi tutti i vestiti e saltare da una parete sporgente per volare liberi verso l’infinito. Alla fine quello che fai è un solo un sorriso gentile e passare oltre. Non è quello che le nuvole stanno facendo fin dall’inizio?
信步騰騰任所從
形骸一似雪中松
偶來纔向溪頭立
又逐閒雲過別峰
Mi affido ai miei passi veloci ovunque vadano
Il mio corpo è come un albero di pino nella neve
Improvvisamente posso solo attendere come un ruscello che scorre
e
O posso inseguire una nuvola vagante oltre un’altra cima.
Il mio corpo è come un albero di pino nella neve
Avete mai provato la gioia di un vero giorno pigro? Alzarsi presto il mattino e non fare nessun progetto, semplicemente preparare una piccola teiera e dell’acqua calda da portarsi dietro. E non appena pronti lasciare la sicurezza della propria casa dietro di sé. Il posto dove abiti è intriso dei tuoi pensieri e delle tue abitudini, e questo perché nella tua vita quotidiana non riesci a pensare o vedere qualcosa di nuovo. Ma nell’attimo in cui chiudi la porta dietro di te, il mondo che sta davanti diventa un teatro dove, improvvisamente, tutto è possibile. Un ruscello che scorre è un bardo che può incantarti con le sue innumerevoli storie; una nuvola bianca è un vecchio amico dal quale ti dispiace separarti. Quando cammini nella natura, dovresti imparare dagli alberi e dagli animali. Non portare con te il tuo pesante e dispendioso Sé perché ti sfinirebbe e, credimi, non avresti la necessità di usarlo. Essere solo un albero tra altri alberi, o un brivido di vento nel vento invernale. Se ti chiedi “come si fa?” sei già mille miglia lontano dall’obiettivo, ma se semplicemente lo fai, sentirai che nel tuo corpo c’è una sorta di saggezza di cui non avresti mai sospettato. Sono sicuro che alla fine sarai in grado di lasciare che siano i tuoi piedi a scegliere la direzione e a portarti ovunque loro desiderano. Potrebbe suonare strano, ma i tuoi piedi sono molto più vicini al tuo cuore di quanto non lo sia la tua testa.
雪壓衡門夜擁爐
此身雖寄恰如無
不知日月從何去
回首人間歲巳徂
Mucchi di neve contro la mia porta; di notte mi occupo della stufa
Questo corpo è qui e tuttavia è quasi come se non ci fosse
Mi chiedo dove siano andati i giorni e mesi
Tutte le volte che guardo indietro, un altro anno è morto al mondo
Mi chiedo dove siano andati i giorni e mesi
Il tempo e lo spazio si scontrano a mezz’aria ed esplodono in milioni di frammenti. Un raggio di luce viaggia per miliardi di anni, parte dall’altra parte dell’universo e atterra sul pianeta terra molto tempo dopo. Non posso più dare un senso a quello che sta accadendo; questo è il mio primo giorno di scuola, il giorno della mia ordinazione o il giorno in cui sto per morire? Mentre mi sdraio sul mio letto sto semplicemente facendo un pisolino o sto esalando il mio ultimo respiro? Ho deciso che se la mia mente è un pittore, ho intenzione di commissionargli un quadro pieno di colline verdi, campi di girasoli e cieli blu. Voglio chiedere alla mia mente di dipingere qualcosa di inaspettato dietro a qualche oggetto, così che la mia vita non sarà mai noiosa. E voglio anche chiedere di dare un’anima a ogni cosa, così che, anche quando starò camminando nei posti più remoti, non mi sentirò solo. Gli uccelli, gli alberi e il vento saranno tutti miei amici durante il cammino.
Per quale motivo scegliere di dipingere paesaggi solo neri o grigi, impermeabili, legami e automobili per un semplice dovere verso la società? Quando siamo in punto di morte, è la società che abbiamo seguito così fedelmente a darci conforto? Sul mio cammino, qualche volta, incontro cose che non hanno senso. Sembra che non abbiano uno scopo particolare, eccetto quello di farmi sentire più strano ed emozionato. A volte mi siedo in meditazione e sento che il mio corpo è come un oggetto inaspettato. Chiaramente è lì, e tuttavia ogni volta che mi concentro sui suoi confini li vedo svanire, come se non fossero mai esistiti. Mi sento più come una nuvola che come una statua di bronzo, e nonostante la mia mania di fare il capo, quando ce ne sarà bisogno qualcosa accadrà, che mi piaccia o no. La mia vita sarebbe molto meno complicata se potesse essere più amica con il mio corpo e semplicemente ricordarsi di ascoltarlo di più…
Br. Phap Bieu
Phap Bieu vive a Upper Hamlet, Plum Village, in Francia. E’ stato ordinato monaco a diciott’anni ed è diventato maestro di Dharma quest’anno.
Di origine italiana, parla fluentemente italiano, inglese, francese, e vietnamita.
E’ un musicista di talento e spesso conduce i monaci di Plum Village quando cantano.
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(ANSA) - PISA, 06 APR - Almeno 500 persone hanno partecipato, all'interno del parco regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli, alla camminata di meditazione "La pace a ogni passo" guidata dai monaci buddisti di Plum Village del maestro Thich Nhat Hanh. Una lunghissima fila composta da famiglie, bambini, cittadini, ha potuto accedere all'area protetta del parco, spiega una nota della Società della Salute che ha curato l'evento, attraversando una zona di natura incontaminata in assoluto silenzio. La camminata di meditazione, durata un'ora e mezzo, si è conclusa con un pranzo, anch'esso all'insegna del silenzio, a base di prodotti locali.
Fonte: http://www.ansa.it/
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Caro amato Thay,
Cari amati Antenati,
Cara amata Madre Terra,
Ci siamo raccolti come quadruplice Sangha in questo momento solenne del nuovo anno per esprimere la nostra gratitudine e la nostra aspirazione come famiglia spirituale, e per ricominciare da capo. Noi sappiamo che voi, nostri antenati, siete presenti in ogni cellula del nostro corpo, e che siete sempre lì in modo che noi possiamo prendervi rifugio.
Sappiamo che anche tu, Thay, sei presente con noi in questo preciso momento.
Toccando la Terra stasera ci sentiamo profondamente in contatto anche con te, Madre Terra. Noi, e tutti i nostri antenati, siamo i tuoi figli. Tu sei il nostro bel pianeta blu, il Grande Bodhisattva Rinfrescante, fragrante e fresco, abbondante e gentile. Nonostante i nostri tanti errori e mancanze, ogni volta che torniamo a casa da te, sei pronta ad aprire le braccia e ci abbracci. Caro Amato Thay, molte volte nell'anno trascorso abbiamo permesso all’incertezza di innaffiare i semi dell’insicurezza e della paura nei nostri cuori. Le nostre emozioni forti e percezioni sbagliate ci hanno sopraffatto, dando origine a sentimenti di impotenza, di separazione e di disperazione. Consapevoli di questa sofferenza, siamo determinati a prendere rifugio in te, Thay, nella nostra pratica, e nella nostra amata Comunità. Tornando al nostro respiro e ai nostri passi consapevoli, noi ritorniamo alla nostra vera casa, dove possiamo trovare pace, chiarezza e calma. Dimorando nel cuore della nostra comunità, siamo in grado di essere in contatto con l'energia collettiva di stabilità, aiutandoci a riconoscere e abbracciare le nostre emozioni forti e le nostre percezioni erronee.
Cara Madre Terra, come famiglia umana abbiamo permesso all'avidità e al consumismo di prevalere. Abbiamo rincorso la fama, la ricchezza, il potere e i piaceri dei sensi, dimenticando che queste cose non potranno mai portarci la vera felicità e la libertà. Siamo stati così impegnati a cercare di coprire la sensazione di vuoto interiore, che non ci siamo dati il tempo o lo spazio per fermarci e chiederci cosa stiamo facendo, o dove stiamo andando. In questo modo abbiamo causato gravi danni a te, cara Madre Terra, distruggendo le tue ricchezze naturali, la bellezza e l'equilibrio.
Consapevoli di questo, siamo determinati a semplificare la nostra vita, per interrompere la frenesia e ricordarci che nel momento presente abbiamo già abbastanza condizioni per essere felici. Con l'energia della consapevolezza e della compassione ci sentiamo veramente realizzati e contenti. Nel prossimo anno, siamo determinati a consumare meno e vivere in un modo che sia sostenibile per noi e per te, Madre Terra. Cari Antenati, abbiamo permesso alla nostra paura e intolleranza di dividere la nostra famiglia umana. Abbiamo causato sofferenze l’uno all’altro, discriminazioni in base alle religioni, etnie e nazioni. Abbiamo chiuso i nostri cuori e le nostre frontiere, per paura e ignoranza. Abbiamo dimenticato che siamo interdipendenti, e che la nostra felicità e sofferenza è profondamente legata e dipendente dalla felicità e sofferenza degli altri. Confidiamo di avere dentro di noi la saggezza della non discriminazione e della grande compassione, trasmessaci da voi, nostri maestri spirituali, nostri antenati, e dalla Madre Terra. Siamo determinati a rimanere sul sentiero, a mantenere il cuore aperto, e a lasciar andare il nostro orgoglio, in modo che la comprensione e l'amore possa prevalere.
Toccando la Terra, esprimiamo la nostra gratitudine a te, nostro amato maestro Thay, ai nostri antenati, e alla Madre Terra. Abbiamo trovato il sentiero della pratica e una famiglia spirituale in cui possiamo prendere rifugio. Abbiamo sperimentato la gioia, la pace e la trasformazione. Abbiamo assaggiato la libertà del lasciar andare le nostre idee e nozioni. Abbiamo sentito la forza e il calore della fratellanza e sorellanza e sappiamo che insieme possiamo affrontare le nostre sfide e realizzare la nostra aspirazione. Facciamo voto, in questo momento, di continuare a costruire la nostra comunità e di aprire la strada per noi e per i nostri discendenti.
Caro Thay, cari antenati, Cara Madre Terra, ti preghiamo di accettare le nostre offerte di incenso, fiori, frutta e tè, come segno della nostra profonda aspirazione, rispetto, gratitudine e amore.
Plum Village, 31/12/2015
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Un’intervista a Sister Trai Nghiem
Di Brother Phap Dung e Brother Phap Lai
Phap Dung e Phap Lai hanno intervistato Sister Trai Nghiem a Plum Village, nella primavera del 2011.
Domanda: Tu e la tua famiglia siete stati sempre buddhisti?
Sister Trai Nghiem: Per nascita, sì. Ma non praticanti. In Giappone, lo chiamiamo "buddhismo dei funerali". La maggior parte delle persone vanno al tempio per la prima volta quando qualcuno della loro famiglia muore, per un funerale. Avevo 28 anni quando mia madre è morta di cancro. Avevo già contemplato la morte e l'impermanenza prima, ma è completamente diverso quando qualcuno vicino a te sta morendo. Il mondo comodo a cui ero abituata stava cadendo a pezzi. E 'stata proprio la sua morte che mi ha portato al buddhismo.
D: Come violinista di professione, come ti ha motivato la musica?
TN: Volevo creare qualcosa di bello e vedere dove avrei potuto arrivare come violinista nel mondo della musica classica. Volevo essere parte di un orchestra di fama mondiale e ho apprezzato molto gli anni in cui ho viaggiato e suonato come membro della Mahler Chamber Orchestra. E 'stata veramente una bella esperienza.
D: Hai avuto dei dubbi su dove la musica potesse portarti?
TN: Quando ero al college, mi sono imbattuta nella seguente citazione di Platone: "Non è colui che produce una bella armonia suonando la lira o altri strumenti che si dovrebbe considerare il vero musicista, ma colui che sa fare della propria vita una perfetta armonia mettendo in accordo i suoi sentimenti, le sue parole e i suoi atti." Queste parole mi scossero con violenza, perché sapevo in cuor mio che non ero la vera musicista che volevo essere. Anche se stavo vivendo una carriera di successo e lo stile di vita che avevo sognato, mi sentivo bloccata. L'unica via d'uscita era quella di lasciarli andare completamente. Dopo aver deciso di diventare monaca, pulendo il mio appartamento, trovai di nuovo la citazione di Platone. Questa volta le sue parole mi regalarono un sorriso. Conservo ancora quel pezzo di carta con me.
D: Cosa ti ha portato a Plum Village?
TN: Quando ero più giovane, vedevo il bello della lotta e dell’andare contro corrente. Ma quando morì mia madre, rimasi a corto di energie per combattere, e decisi di lasciarmi semplicemente trasportare dal flusso della vita e vedere cosa sarebbe successo. A quel tempo, i libri Thay entrarono nella mia vita, portandovi molto conforto. Mi recai a Plum Village per la prima volta nell’inverno del 2007 e mi sentii subito a casa.
D: Ti sembrava il paradiso?
TN: Onestamente, all’inizio non sopportavo le canzoni di pratica, come "Inspirando, Espirando”. E quando sentii i monaci e le monache cantare erano così stonati! Ma c'era qualcos'altro. C'erano dolcezza e calore.
Prima di venire a Plum Village avevo frequentato delle sessioni di meditazione zazen e alcuni ritiri yoga. Ma sembrava che fossimo tutti rinchiusi in noi stessi, alla ricerca di qualsiasi cosa stessimo cercando di raggiungere. Invece a Plum Village c’erano solo delle persone che vivevano semplicemente, gentili gli uni con gli altri, proprio il modo in cui gli esseri umani dovrebbero vivere. Me ne innamorai.
D: Anche delle canzoni?
TN: Non subito ... ma poi capii che questa era la mia pratica e vidi che avevo bisogno di praticare il lasciare andare la mia mente giudicante, analitica e cinica per godere solo del momento presente. Oggi mi rendo conto che le canzoni di pratica sono uno dei metodi più intelligenti nella nostra tradizione. Quando mi ritrovo ad essere di cattivo umore, una canzone come "Happiness" mi viene in soccorso. Poichè cantiamo tutti i giorni, le canzoni sono impresse nella nostra coscienza-deposito e sono, quindi, disponibili ogni volta che siamo trascinati dalla dimenticanza. Conoscendo il loro potente effetto "medicinale", ora canto le canzoni con tutto il cuore, con i gesti e il resto.
D: Cosa ti ha portato a diventare monaca?
TN: Sono sempre stata interessata ad una sorta di vita spirituale. Ma non potevo immaginare di abbandonare questa meravigliosa vita da musicista professionista. E non volevo deludere la gente intorno a me. Mi consultai con una sorella durante la mia prima visita a Plum Village e lei mi disse: "Non hai bisogno di pensarci ora, perché quando arriverà il momento, lo saprai."
Tre mesi dopo, ci fu un ritiro a Roma, e per fortuna stavo lavorando in Italia, così ci andai. L'ultimo giorno del ritiro mentre stavo per prendere il treno per tornare a lavoro, ricevetti una telefonata dal Giappone, in cui mi dicevano che mio padre stava molto male e che l’avevano ricoverato in ospedale. Così cancellai i miei impegni di lavoro e tornai in Giappone per stare con lui.
Quell'estate, mio padre morì. Dovetti prendermi cura di un sacco di cose riguardo la sua morte e il mio lavoro. Mi sentivo come se continuassi a correre e correre senza riuscire a fermarmi. Sapevo che non potevo andare avanti così per troppo tempo senza danneggiarmi irreparabilmente. Decisi così di essere compassionevole verso me stessa e mi iscrissi al ritiro invernale. Mi dicevo, non c’è bisogno di fare nulla, lascerò solo che mi riposi. Ogni notte andavo a sedermi nella Sala del Buddha a lungo, da sola. Volevo tranquillità. Niente musica, niente parole. Dopo circa un mese di vita con le sorelle a New Hamlet, capii. La domanda: "Voglio lasciare il mio lavoro e diventare una monaca?" non era più lì perché ero già su quella strada, anche se la mia testa non era ancora rasata.
D: Cosa è successo al tuo rapporto con la tua musica quando sei diventata un’aspirante?
TN: Una notte stavo sedendo e capii per la prima volta cosa significava non avere "nessun posto dove andare, niente da fare." E poi mi resi conto: "Oh, sto lasciando andare tutte le cose che avevano molta importanza per me." Non avevo avuto alcun desiderio di ascoltare la musica da quando ero arrivata a Plum Village, ma improvvisamente ebbi il desiderio di ascoltare una sinfonia di Brahms. Nel mio letto, accesi l'iPod e le lacrime cominciarono a scorrere. Capii, questo è il mondo in cui vivevo, e non l'ho mai apprezzato come avrei potuto. Questo incredibile mondo della musica era stato con me da quando avevo cinque anni. E ora la stavo ascoltando e mi toccava in un modo completamente diverso. Sentii che la musica era in me, ma allo stesso tempo, ero già al di fuori di quel mondo cui ero così abituata. Seppi che non c'era modo di tornare indietro. Capii quanto ero stata fortunata nella mia vita ad avere la musica come rifugio e guida.
D: Vedi una somiglianza tra l'essere musicista e l’essere monaca?
TN: Moltissimo. Il Sangha è come un'orchestra. Ogni membro ha un ruolo unico e insostituibile. C'è il percussionista che magari ha una sola nota da suonare nell’intera sinfonia, mentre i violinisti suonano per tutto il tempo senza sosta. Non ci verrebbe certo in mente di lamentarci dicendo che non è giusto, perché questo è ciò che rende la musica così bella. Per vivere felicemente nel Sangha, dobbiamo accettare che ogni persona abbia il suo ruolo. Alcune lavorano più ore di altri, ma è così che è. Soffriamo quando veniamo catturati dal complesso di uguaglianza. Quando l'orchestra è in armonia, si sente il suono dell'orchestra nel suo insieme, come un unico grande strumento. Sentire il suono di ogni singolo violinista dell'orchestra, non sarebbe piacevole. I nostri singoli suoni si fondano nel suono collettivo, in modo che non c'è più la distinzione tra "il mio suono" e "i suoni degli altri."
Una volta, Sir Colin Davis, un meraviglioso direttore d'orchestra inglese, disse durante una prova, in cui le cose non erano abbastanza ben amalgamate insieme: "Chi cerca di dimostrare di essere nel giusto, è un terrorista!" Miracolosamente, dopo questo annuncio, suonammo in perfetta armonia. Ogni membro di un'orchestra è un artista nel suo diritto, ma quando cerchiamo di convincere gli altri di come si dovrebbe suonare, non funziona mai. Questo insegnamento può benissimo essere applicato alla vita nel Sangha. Al fine di non creare sofferenza per me stessa o per altri, ho bisogno di monitorare costantemente i miei pensieri, di accorgermi se sono attaccata alle mie idee.
Se il Sangha è un'orchestra, Thay è il direttore. Un direttore abile non cerca di controllare i musicisti, lascia solo che l’orchestra suoni. Questo è esattamente ciò che ci dice sempre Thay: "Di choi!" La traduzione letterale è "andate a giocare!" Può anche essere tradotto come "andatevene in giro a divertirvi". Thay, proprio come un direttore d'orchestra competente, si fida del Sangha, e grazie a questa fiducia può tirare fuori il meglio da ogni membro del Sangha. Un laico mi ha chiesto una volta perché Thay viaggia con così tanti monaci durante i tour d’insegnamento. Ho detto: "Non ha senso per un direttore andare in tour senza la sua orchestra. Noi inter-siamo".
Quando l'intero Sangha è seduto insieme al mattino, è come un'orchestra che si accorda prima di un concerto. Non ho mai provato a suonare il violino senza accordarlo. Perché dovrebbe essere diverso con il mio corpo e la mia mente? Se inizio la giornata accordandomi con il Sangha, il resto del tempo sarà molto più armonioso e piacevole.
D: Hai vissuto e lavorato in molti paesi, e sembra che conducessi uno stile di vita molto indipendente, dove potevi scegliere cosa fare. Il Sangha ha uno stile di vita più educato e sobrio. Come ci si sente?
TN: Avevo una mia idea di che cosa significasse essere monaca. Avevo detto ai miei colleghi che abbandonavo questo stile di vita itinerante per andare in un tranquillo monastero in Francia, e che per i primi due anni non sarei andata da nessuna parte. E improvvisamente Thay mi dice, “va bene, andrai in tour”. E ho pensato, questo non è molto diverso da quello che facevo prima. Questo è ciò che rende Thay un maestro Zen, perché non appena siamo catturati nella nostra idea di come le cose dovrebbero essere, lui ti dà un colpo di scure Zen con un sorriso. Ero presa nella mia idea di come fosse la vita monastica da novizia, una vita tranquilla, in campagna, a coltivare l'orto. In realtà, la pratica non dipende assolutamente dalla forma esteriore. Non è quello che fai ma come lo fai. Se scelgo di essere pienamente consapevole mentre viaggio per andare a un ritiro, posso fare progressi sulla strada. Se non c'è consapevolezza, è una perdita di tempo sedersi, camminare lentamente, e studiare i sutra, anche in un monastero. Non importa quello che faccio, se cucinando, pulendo, studiando, o viaggiando, ricordo a me stessa di stare attenta e a mio agio.
D: Qual è la cosa migliore dell’essere una novizia?
TN: E 'come essere un bambino protetto in famiglia. Ci sono così tanti fratelli e sorelle maggiori che mi insegnano e guidano in modi diversi. Mi piace avere lo spazio per commettere errori. Ho l'energia dell’abitudine di voler realizzare qualcosa, quindi sto praticando il lasciare andare la mia idea di cosa significhi essere una "brava monaca". C'è una sorta di idea collettiva su ciò che significa essere una brava monaca, così come vi è un’intesa collettiva nel definire il buon musicista. Se provassi a diventare una “brava monaca”, rimarrei bloccata nello stesso modo in cui ero bloccata come musicista.
Sin da piccola, tutto quello che facevo mi veniva abbastanza bene. Così ho ancora la sensazione che qualsiasi cosa faccia, devo essere in grado di farla bene. Anche se conosco questa energia dell’abitudine e la monitoro continuamente, riconoscendo le motivazioni delle mie azioni, è ancora là, in un livello più profondo, ed è la causa di una certa tensione di base.
D: L'orgoglio è un problema per te? Ti capita a volte che si manifesti un senso di superiorità verso gli altri nella comunità?
TN: Si manifesta con il disgusto. E 'probabilmente una delle cose più vergognose di ammettere. Ma il complesso di superiorità non è altro che l’altra faccia del complesso di inferiorità. Sono come due facce di una medaglia. Ogni volta che noto il complesso di inferiorità manifestarsi, mi dico: "Tu SEI abbastanza."
Sono felice di riconoscere che nei quindici mesi da quando sono diventata monaca, ho molto ridotto il livello di giudizio e di critica verso me stessa e le altre persone. Avere pensieri negativi come i giudizi è un grande spreco di energia preziosa. Così come mi prendo cura di non sprecare le risorse naturali come l’acqua e il cibo, cerco anche di conservare la mia energia in modo che possa essere usata per qualcosa di più vantaggioso. Come risultato, mi sento molto più rilassata rispetto a prima e molte persone hanno condiviso con me che notano la differenza. Grazie al Sangha, una cosa che ho imparato finora nella mia breve vita è questa: essere gentili è molto più importante che essere bravi in qualcosa.
D: Hai qualche aspirazione?
TN: Quella di essere felice. Non sempre ho avuto un buon rapporto con i miei genitori, ma dopo che sono morti ho capito quanto amore incondizionato mi avessero dato. Qualsiasi cosa abbiano fatto, sento che l'unica cosa che volevano per me era che fossi felice. Ma poichè non sono stata in grado di riconoscerlo se non dopo che hanno abbandonato la loro forma fisica, ho avuto questo rimpianto, volevo farli felici, fare qualcosa per loro. Ora so che il modo per rendere omaggio ai miei genitori è di essere semplicemente felice. Sto praticando con e per i miei genitori.
Dopo la loro morte, sono molto più in contatto con loro. Questo suona quasi falso, ma sento come se mi guidassero in ogni momento. Sento la loro presenza molto più di prima. Se non so cosa fare, mi rifugio nei miei genitori e lascio che siano loro ad agire. Se ascolto profondamente, sanno sempre come guidarmi nella giusta direzione. Sento davvero che i miei genitori mi hanno portato a questo punto della mia vita adesso. E non solo i miei genitori, ma tutti i miei antenati di sangue, di terra e gli antenati spirituali. Compresi tutti i meravigliosi musicisti che ho incontrato nella mia vita, come Bach e Mozart.
Tratto dal Mindfulness Bell, Autunno 2011